sabato 24 ottobre 2009

Politici. Ridateci la speranza

Alla manifestazione tenutasi a Roma, dei tanti striscioni interessanti e significativi che erano sollevati per testimoniare il disagio in cui vive la stragrande maggioranza degli italiani, sono stato attratto da uno striscione in particolare che è il titolo dell’articolo “Ridateci la Speranza”.

L’uomo vive di speranza, spera di avere un lavoro dignitoso, una casa, la salute, una famiglia e di vivere un vita dignitosa, tutti noi speriamo in quanto la speranza é il sogno di chi é sveglio, o come un vecchio adagio recita: la speranza è l’ultima a morire. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica la speranza è definita come "l'attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio".

La classe politica del bel paese è riuscita ad uccidere la speranza degli italiani e dunque ha rubato agli italiani i sogni.

Alla manifestazione a cui ho partecipato, non ho visto un’avversità contro il governo, ma piuttosto contro la classe politica in generale, perché la speranza non ci è stata scippata in questi ultimi tempi ma ci è stata scippata parecchi anni fa. Il precariato ha ucciso la speranza dei lavoratori ed è difficile pensare come un medico o un insegnante precario possano svolgere in tranquillità il proprio lavoro e trasmettere la speranza agli studenti o agli ammalati. L’’assuefazione e l’abitudine a vivere rassegnati sono più pericolose di qualsiasi altra pandemia, se non ci svegliamo da questo torpore e riprendiamo nelle nostre mani il nostro futuro siamo praticamente fregati.

E queste 150 mila persone che hanno sfilato per le vie della capitale, dimostrano che ci si può svegliare da questo torpore la manifestazione, infatti, ha inteso dare una forte risposta alla valanga di licenziamenti, ai massicci tagli alla scuola pubblica, alla chiusura di tante aziende, all'intera politica economica del governo, a cui non si contrappone alcuna reale opposizione in Parlamento da parte del centrosinistra che sembra succube del Governo. Il sindacato sceso in piazza vuole che il popolarissimo slogan "Noi la crisi non la paghiamo", diventi finalmente realtà: perché finora la crisi non l'hanno pagata né le banche, nè i gruppi finanziari, né i grandi industriali, né le mafie, palesi e occulte che siano che infestano l'Italia, e nemmeno quella sovrabbondanza di "politici-politicanti" che, in modo bipartisan, nonostante i litigi di facciata, occupa gli apparati di potere e economici del bel paese, distogliendo ingenti risorse a favore dei soliti amici di sempre.

La crisi economica l’hanno pagata e la pagano invece le decine di migliaia di precari espulsi da tutti i settori, gli operai licenziati in massa, i migranti sempre più oppressi e insultati, i salariati e i pensionati con entrate da fame.

Da questo sciopero e dal corteo viene una forte e chiara richiesta alla classe politica di operare concretamente a favore degli italiani che lottano quotidianamente per sopravvivere, bloccare i licenziamenti e gli sfratti, la cancellazione dei tagli nella scuola, per l'assunzione stabile dei precari, gli aumenti di salari e pensioni e un reddito minimo garantito per chi non riesce a trovare lavoro.

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